Ne
avevo già parlato qui anticipando parte della storia di questo gioiello senza
tempo che è Krasnaja Moskva. Aspettavo solo di poterlo sentire di nuovo per
rinverdire i ricordi e le sensazioni di un tempo passato ma non del tutto andato.
Il percorso di questa creazione nel mondo dei profumi è un’avventura avvincente
di cui è protagonista assoluta. Eroina in un romanzo che leggiamo avidamente e
che, quando ci sembra che tutto è perduto, risorge dalle ceneri
per riprendere il cammino verso la meta che, in questo caso, è arricchire di
fascino ed eleganza chiunque la indossi.
Per me un connubio unico di quei due aspetti che
fanno di un’opera un capolavoro e che io chiamo “kitsch and chic”, è popolare
senza essere cheap, un miracolo.
Krasnaja Moskva è frutto di studio,
competenza, storia, qualità ed è allo stesso tempo un prodotto destinato a
tutte le donne ma, aggiungo io, a chi ama i profumi in generale. La leggenda
della sua nascita è complessa ma le versioni più accreditate parlano di un
antenato che si chiamava “Любимого букета императрицы” [Il bouquet
preferito dell’imperatrice] un profumo realizzato per l’imperatrice Marija
Fjodorovna, moglie dello zar Alessandro III e madre di Nicola II.
La bottiglia recava sull’etichetta l’immagine dell’imperatrice russa per
eccellenza, Caterina II la grande, tuttavia esisteva già un “bouquet
dell’imperatrice” prodotto dal 1864 dalla Maison Brocard & Co.
e da questo probabilmente deriva Krasnaja Moskva.
Nel 1900 il fondatore della Brocard morì e a condurre l’azienda rimase la
moglie Charlotte che invitò in Russia il naso Auguste Michel per assumere il ruolo di maestro profumiere lasciato da Henri Brocard.
Dopo la Rivoluzione la fabbrica venne nazionalizzata e cambiò nome in “Новая
Заря” [La nuova alba]. La scarsità di materie prime di qualità costrinse la
nuova dirigenza a riformulare parzialmente il profumo e ciò avvenne con
successo sotto la guida di Polina S. Žemčužina - nomen omen in
russo žemčužina significa [perla] - che si rivolse direttamente al Partito per
far sì che la fabbrica ottenesse l’attenzione che meritava poiché tutte le
donne avevano diritto anche al profumo. La formula definitiva di Krasnaja Moskva rimase segreta. Da quel
momento per il profumo, ormai sovietico, si aprì una stagione di successi che
portò alla premiazione nel 1958 all’Expo di Bruxelles.
Ma dopo tutto questo divagare, di cosa sa Krasnaja Moskva? Mi chiederete voi.
Cercherò di descriverlo: si tratta di un chypre, floreale, ambrato, muschiato
con note esperidate. Pare che la composizione conti circa sessanta elementi e
non stento a crederlo. Alcune tra le note dichiarate sono: fiori d’arancio,
iris, gelsomino, eliotropio, garofano, muschio. Fiori, legni, resine, animalico
c’è di tutto ma tenuto insieme armoniosamente come un’orchestra. Dolce e un po’
nostalgico questo profumo è espressione dell’anima russa e ciò che lo rende
affascinante è l’atmosfera che è in grado di evocare. Io quando lo sento penso
alle serate a teatro, agli incontri ufficiali fra delegazioni, al GUM, ai
Berjozka, alle mamme di tanti miei amici che amavano Vivaldi e sognavano
Venezia. Iconico come le guglie a cipolla della Cattedrale di San Basilio sulla
Piazza Rossa di cui ne ricorda la sagoma nel tappo, Krasnaja Moskva è il simbolo del diritto
di tutti alla bellezza.
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