domenica 13 marzo 2016

Il Blu sopra Bologna

Io Bologna la conosco bene. 
Ci ho studiato e vissuto per circa 11 anni. 
Ho trascorso lì tutti gli anni '90 e da lì ho salutato l'arrivo del nuovo millennio, il che equivale a dire che ho messo piede nell'ateneo bolognese ("felsineo"come direbbero i dotti) contemporaneamente alla "pantera".
Quindi non potrete pensare che io non conosca la disobbedienza alle istituzioni. 
I centri sociali di allora erano Livello 57, l'Isola del Kantiere, solo in seconda battuta il Link. E poi tanti altri posti sparsi tra città e periferia che non avevano un nome o che non ricordo.
A quel tempo la street art in Italia era considerata molto "street" e poco "art". 
Il massimo che si poteva vedere in giro a Bologna era qualche tentativo da parte di writers piuttosto maldestri, le pareti della sede del DAMS in Via Guerrazzi, la Ivan Ilich e le ochette di Pea Brain che chi ha la mia età ricorderà bene.


Ho fatto e ho visto a Bologna tutto quello che c'era da fare e da vedere e qui mi fermo.

Dopo questa breve nota biografica credo di essermi presentata a voi, lettori, con un minimo di "autorevolezza" riguardo l'argomento del giorno: l'azione di Blu contro i suoi stessi murales. Per chi è troppo pigro per aprire il link alla notizia dirò brevemente che l'artista Blu, dopo aver realizzato molte bellissime opere di street art a Bologna ha deciso in questi giorni di cancellarle lui stesso con una mano di grigio come forma di protesta verso le istituzioni cittadine che intendono appropriarsi di quelle e altre opere al fine di allestire un museo.

I punti fondamentali della questione, nella mia modesta opinione, sono questi:

venerdì 11 marzo 2016

Intervista su "La bionda del Kontiki"

Ecco qua, se avete mezz'ora di tempo potete ascoltare la mia intervista su ‪#‎RadioCapodistria‬ con Andrea Flego. Qui c'è tutta la puntata e io sono al minuto 31. Giacché ci siete ascoltatevi anche i due brani, quello iniziale e quello finale che ci stanno proprio bene.
Il vaso di Pandora

Fendirumi, la vita per un charm


Che la moda non si ponga questioni etiche e morali lo sappiamo.
Il tema della pelliccia è sempre attuale e molto spinoso. Personalmente sono sempre stata contraria 
al suo uso quando oggi esistono tanti altri tessuti e fibre che possono garantirci lo stesso calore e anche maggior fantasia.
Vedere questo però mi ha non solo indignata ma persino nauseata.
Si tratta di gadget ideati per Fendi e realizzati anche in forma di enormi pupazzi per promuovere le nuove linee. Apprezzatissimi dagli addetti ai lavori, io li trovo offensivi soprattutto nei riguardi di quella bellezza che la moda afferma di adorare ed esaltare.
Come sia possibile uccidere animali bellissimi come visoni e soprattutto volpi per realizzare questi mostriciattoli qualcuno me lo deve spiegare.
Come può essere dimostrazione di creatività disprezzare la vera bellezza per un inutile charm?