venerdì 2 settembre 2016

I figli della brava gente - #fertilityday

Immagine tratta da "La domenica della buona gente"

"Eh sì, una volta si facevano più figli, eppure eravamo più poveri". Così riflette il ministro di turno prima di trovare una soluzione a questo calo demografico che porterà al fallimento totale dell'INPS.
Si facevano più figli, è vero. Adesso vi racconto come mai, sono abbastanza vecchia da ricordarlo e abbastanza giovane per fare parte di una generazione di donne che, a differenza di quelle che l'hanno preceduta, ha potuto scegliere se figliare o meno.
Al quartiere, a Montesacro, al palazzo di fianco al mio c'era un ragazzino che si chiamava Tonino (diciamo).
Tonino stava sempre per strada, "come tutti i ragazzini del rione" direte, ma lui ci doveva stare per forza perché la madre lavorava tutto il giorno e quando la mattina usciva lo buttava fuori di casa e buonanotte.
A pranzo la portiera del palazzo gli dava una rosetta con la mortadella e lui stava a posto fino a sera. Era secco come una scopa, Tonino.
Quando le signore parlavano di sua madre dicevano "poveretta, quella è una ragazza madre".
Io, all'epoca non capivo proprio cosa significasse.
La poveretta per campare lavava le scale, faceva i piatti a casa dei signori e altri lavoretti così. Tonino lo guardavano il barista, il lattaio, il gommista, le portiere, la strada insomma.
Oggi un ragazzino abbandonato in strada tutto il giorno sarebbe considerato reato, gli assistenti sociali si presenterebbero  a casa della "poveretta" e glielo toglierebbero per metterlo in una casa famiglia.
D'altronde, a quel tempo, se rimanevi incinta e non avevi fratelli o padri che riempivano di botte il maschio "inseminatore" per convincerlo a sposarti, finivi per essere una poveretta e tuo figlio in mezzo alla strada dalla mattina alla sera.
Quelle che invece il marito ce l'avevano non è che stessero molto meglio, in casa tutto il giorno a badare ai "regazzini", uscivano solo per fare la spesa e un caffè al bar se lo potevano pigliare solo la domenica col marito e la famiglia, se andava bene.
I ragazzini poi negli appartamenti in affitto non stavano tanto comodi e quindi la giornata per strada ce la passavano pure loro, l'unica differenza era che a mezzogiorno invece del pane e mortadella come Tonino si potevano mangiare i maccheroni al pomodoro o al burro e parmigiano (questo era il pasto di una famiglia media italiana a pranzo e cena. Si variava con la frittata e cicoria).
Di notte dormivano a due a due nello stesso letto uno da capo e uno da piedi, a quelli più grandi sistemavano il divano letto o mettevano una brandina nel corridoio.
Sto parlando degli anni '70, non del 1915 e questa era la vita normale della brava gente che, comunque, un lavoro ce l'aveva. Famiglie rigorosamente monoreddito.
Oggi forse i ragazzini che vedete in mezzo alla strada non si chiamano più Tonino, Mario o Cesare, forse si chiamano Hassan, Dimitrij, Tibor.
Sì perché gli italiani i figli non li vogliono tenere per strada, li vogliono mandare a nuoto, a tennis, a pianoforte. È così, quando la società si evolve si vuole qualcosa di più per i propri figli e se non si può, piuttosto che tenerli per strada è meglio non fare altri "Tonino".