mercoledì 19 novembre 2014

Buonasera signorina

Era una canzone di Fred Buscaglione ma in questo caso bisognerebbe ricordare Domenico Modugno e parlare di signore anziché di signorine.
Modugno era pugliese e tutti lo scambiavano per siciliano, anzi lo star system italiano ha spesso giocato su questo qui pro quo. Modugno, pur essendo nato a Polignano a Mare, si trasferì ancora bambino con la famiglia a San Pietro Vernotico 
in provincia di Brindisi dove però si parla un dialetto dell'area salentina che ha molti punti di contatto con il siciliano.
Nello stesso errore sono caduta anch'io quando ho visto nella vetrina di un negozio del mio paese - non natio ma quasi - l'espositore de "Le Carose" con tutte queste bamboline dentro.
"Le bambine" ho pensato e la mente è andata verso i romanzi di Camilleri.
Invece sbagliavo, nel dialetto di Nardò (Lecce) sede di "Toco d'Encanto" che produce questi gioielli, le "carose" sono le signore e per di più nello stile di un tempo: gonna, tacchi, borsetta e collana.
Ogni "carosa" è diversa dall'altra e io ne ho subito scelta una dai toni azzurro e turchese perché è il colore che ci aiuterà a dissipare il grigiore della stagione fredda. Sono in arrivo anche modelli in argento e comunque tutti i gioielli sono realizzati in metalli nickel free. Ed eccola qua la mia carosa. Buonasera signora!

domenica 9 novembre 2014

25 meno 10

Io, più che pensare che è il venticinquennale della caduta del muro di Berlino, penso che son passati quindici anni da quando uscì un fantastico volume dedicato all'arte dell'URSS pubblicato da Bruno Mondadori editore e Galleria d'arte 56 con cui all'epoca collaboravo.
Il tomo aveva come filo conduttore la storia del cinema sovietico attraverso i manifesti e le affiches realizzate da grandi artisti grafici dagli anni '50 alla fine degli anni '80.
Allora, nel biglietto d'invito alla mostra "L'arte dell'URSS- Cinema" venne scritto "in occasione del decennale della caduta del muro di Berlino".
Per l'inaugurazione mi comprai un twin set nero che ha fatto la sua parte per molti anni ancora da quella volta e una parure ciondolo e orecchini in argento e pietra di luna che ancora oggi indosso spesso e volentieri.
Ricordo che mi sembrava di essere sulla strada giusta affinché collimassero le mie competenze con le aspirazioni e i desideri: stavo mettendo in pratica ciò che sapevo in un ambito che mi piaceva e mi interessava. In più vedevo stringersi la mano, quella volta a Bologna, figure di rilievo delle arti visive che prima non avevano mai collaborato e un po' mi pareva fosse anche merito mio.
A dieci anni dallo smantellamento di quel muro, io ero al culmine delle aspettative e non avevo nemmeno trent'anni. Poi il mondo ha preso un'altra direzione e anche io.
L'esperienza è rimasta e anche il know-how che si è ulteriormente affinato anche se è un po' liso, come il twin set che alla fine è andato nel cesto della Caritas.
E resto così "
всегда готов!" [Sempre pronto].

giovedì 6 novembre 2014

Tempi verbali



Erano gli anni in cui i baci sembravano finiti e i titoli dei film si facevano con gli imperativi.
Ieri ne ho rivisto uno di quei film mentre fuori pioveva, troppo.
A distanza di tempo la cifra stilistica del regista e dei motivi di allora appare inequivocabile: eravamo esauriti, delusi, stropicciati, acciaccati, stanchi ma qualcosa la volevamo ancora salvare. Uno straccio di famiglia, di rapporto coi figli, un barlume di umanità travestita da ultimo sogno prima del rientro mortale in carreggiata. Non che vada pazza di quel cinema ma cosa ci dice invece quello degli anni '10?
Ora che abbiamo finito pure gli imperativi da quale tempo verbale si dovrà ripartire?