mercoledì 31 luglio 2013

Call the Midwife

Lo sapete tutti, lo so anch'io che i blog non sono più di moda. Oggi la comunicazione corre sul filo della luce sul quale stanno appollaiati deliziosi uccellini azzurri. Io stessa non disdegno cinguettare, per quanto come delicato usignolo sarei davvero poco credibile.
Tuttavia, in qualità di aspirante vecchia signora, faccio fatica a sbarazzarmi completamente di qualche pezzo di nostalgia.
Mi piace certe volte essere "leggermente old fashion", non c'è nulla di male; la regina Elisabetta II ha trascorso tutta la vita tenendosi ben più di due passi indietro rispetto alla moda corrente; risultato: uno stile unico e inconfondibile, personale. Visto che è arrivata a essere bisnonna, direi che essere démodé porta bene.
In questo mio divagare nell'Inghilterra del tempo che fu, ho trovato una bella serie britannica: Call the Midwife. Si tratta di un prodotto della BBC lanciato nel 2012 e ambientato in un quartiere povero dell'East End, Poplar, alla fine degli anni '50.
Si seguono le vicende di un gruppo di ostetriche stipendiate dal National Health Service che proprio in quegli anni sferrava un attacco alla fame, alla miseria e soprattutto alla mortalità infantile e femminile.
Molto istruttivo e commovente come è giusto che sia. Di grande gusto e cura editoriale; bello da ascoltare in lingua originale per assaporare le differenze linguistiche che connotano gli strati sociali e le singole provenienze dei personaggi. Dedicatevi una rosa e, anche se non siete delle partorienti, chiamate la levatrice!