venerdì 8 febbraio 2019

Argento vivo è Hg (mercurio)

Charlie don't surf - Maurizio Cattelan

Caro Daniele Silvestri, apprezzo il tuo lavoro e ritengo tu sia uno dei cantautori più illuminati della mia generazione. Fine della captatio benevolentiae.
La tua ultima canzone "Argento vivo" mi ha scosso molto e forse era quello che volevi ottenere: scuotere. Mi addolora pensare che si parli della scuola, sebbene dal punto di vista di un sedicenne, come di un carcere perché io in quel carcere ci lavoro e ci perdo la salute ogni giorno per fare sì che non sia quello schifo nel quale a me e a molti della mia generazione, come te, è toccato studiare e trascorrere i migliori anni della nostra vita.

Non starò qui a fare l'elenco delle mie vicissitudini scolastiche dalle elementari perché altrimenti dovrei scrivere un romanzo, mi limiterò agli ultimi anni di liceo.
Quel poco che ho imparato alle scuole superiori, durante il primo biennio, lo devo solo a un bravo insegnante di lettere, un bolognese trapiantato nelle Marche e a uno stuolo di poveri supplenti (come sono io oggi) che hanno profuso passione e amore in ciò che facevano.
Dal terzo anno in poi è stato un inferno di noia, frustrazione e umiliazioni.
La professoressa di Italiano e Latino, una donna sola e piena di rancore, non faceva che leggere in classe quello che era scritto sull'antologia intervallando con alcune considerazioni di critici letterari di cui trascriveva il pensiero su pizzini volanti. Se le dicevi che era bella e stava bene con il tale vestito avevi l'8 assicurato. Io non sono mai stata così audace da far complimenti spudorati a persone autorevoli.
La professoressa di Matematica si preoccupava più di "raddrizzare" gli studenti che di spiegare e io non ricordo un solo teorema che sia stato spiegato da lei, non uno.
Il professore di Storia e Filosofia non si sprecava nemmeno a leggere, lui faceva leggere a turno i compagni seduti ai primi banchi e ogni tanto interrompeva con un asciutto "avete capito?" Di quelli seduti dal secondo banco in poi non ricordava nemmeno i nomi.
Anni così, di noia, solitudine, di ingiustizia osservata e subita da parte di chi non voleva o non sapeva dare spiegazioni ma metteva i voti o ti giudicava per il tuo pensiero od orientamento politico, poiché allora anche i sedicenni avevano un orientamento politico.
Mi alzavo alle sei per prendere la corriera e raggiungere quella città di provincia dove c'era il mio liceo. Facevo quello che dovevo e non ho mai fatto spendere ai miei genitori i soldi nemmeno per un'ora di ripetizioni. Sempre promossa, con fatica e a denti serrati perché avevo uno scopo: finire e andarmene da quel posto, da quell'ambiente, andare altrove dove sarei stata libera di studiare come volevo, con chi volevo e di uscire e andare ai cortei, alle manifestazioni per costruire una scuola più giusta, una società più giusta.
Sì, io avevo l'argento vivo addosso.
Il tuo rancoroso sedicenne no, per quello si può parlare solo di mercurio (lo so, è la stessa cosa). Oggi noi insegnanti facciamo di tutto per andare incontro alle loro esigenze, prepariamo verifiche in tre versioni diverse nelle quali includiamo i BES, i DSA, i “legge 104”. Spieghiamo e rispieghiamo fino allo sfinimento, io personalmente passo tra i banchi e aiuto i ragazzi uno ad uno.
Spesso in cambio riceviamo solo “casino” e bottigliette d'acqua che volano e ci sfiorano la testa. Qualche “buongiorno” detto con sincerità quando va bene.
È la scuola dell'obbligo, è vero ma è un obbligo che abbiamo assolto tutti e, credimi, caro Silvestri nessuno si sogna di arginare la vitalità di questi ragazzi, quando c'è, ma facciamo corsi su corsi e autocritica a ogni consiglio di classe per capire cosa possiamo fare NOI insegnanti affinché si possa agevolare il più possibile il loro percorso formativo.
Nessuno li offende, nessuno li giudica, nessuno li ignora. L'argento vivo non siamo noi ad appannarlo ma forse le famiglie o loro stessi e sai perché?
Perché non hanno il desiderio di fuggire, stanno bene dove sono, nelle loro case spesso vuote dove dormono, mangiano, giocano, scopano quando e come vogliono, senza chiedersi cosa renda possibile tutto ciò.
Vuoi sapere come i ragazzi trattano le ragazze? Non ti piacerebbe saperlo e non ti piacerebbe nemmeno sapere a cosa e come applicano quel poco di energia animale che hanno. Eppure vogliamo bene loro e per loro ci saremo sempre, noi insegnanti e carcerieri, secondo la tua canzone.
Ne vuoi sapere un'altra? A sedici anni finisce l'obbligo scolastico. Il tuo rancoroso adolescente ha scontato la pena e può tornare a buttarsi sul divano senza che nessuno di noi lo infastidisca oltre.