sabato 14 luglio 2012

Se me lo dicevi prima

Una canzone di Enzo Jannacci presentata a Sanremo nel 1989, quando io stessa ero pienamente in età di intendere e di volere. All'epoca e in quel contesto non venne capita ma, come molti brani di questo grande autore, contiene inoppugnabili verità. In questi giorni me la ricanto spesso mentre mi guardo intorno sulla spiaggia e risento vecchi amici. Tempo di bilanci forse ma ora che li vedo tutti "sistemati" e dotati di prole capricciosa e berciante mi dico: "ma era questo che volevi? Se me lo dicevi prima". Mi accorgo dunque che le donne hanno riconquistato, o meglio, raggiunto una posizione dominante nelle famiglie ricorrendo a un escamotage vecchio come il mondo: fare un figlio con quello giusto. Ecco, vedo ex-ragazzi amanti della libertà e allergici all'impegno trasformati in padri baby-sitter, colf, lavoratori del doppio turno per pagare il mese di vacanza alla moglie/madre del proprio figlio "perché al piccolo fa bene l'aria di mare" mentre loro schiattano in città. Le giovani mogli/madri spesso non lavorano "eh, c'è la crisi" e poi "col bambino come si fa?"... nella maggior parte dei casi non hanno mai lavorato né si sono preoccupate di farlo. E allora? Se me lo dicevi prima che il posto di una donna in società non è mai stato minacciato né messo in discussione. C'è sempre stato, bastava solo accorgersi che da noi si voleva che fossimo mamme. Che quel fidanzato che prima a malapena ti pagava il gelato e che a Natale si presentava con un pelouche rimediato per quattro soldi al bar sotto casa, ora si venderebbe un rene per non far mancare nulla al pargolo ma soprattutto alla madre di questo che incede spingendo un passeggino fiera, su zeppe dorate e french manicure. Lui, l'ormai marito invece ha messo su pancia e indossa bermuda che ammazzerebbero l'eros di Mr. Hyde. Avrei dovuto capirlo prima, l'Italia è il paese delle mamme e se vuoi essere rispettata, ammirata, "obbedita" in quanto donna, basta tu faccia un figlio... Se me lo dicevi prima.