mercoledì 29 ottobre 2014

Quel nostro amore

Ieri, 28 ottobre, è andata in onda la prima puntata di "Questo nostro amore 70".
Un tocco di originalità sta nel fatto che invece di chiamarla "Questo nostro amore 2" si sono sforzati un po' e hanno pensato di evocare il decennio più controverso e drammatico della nostra storia recente.
Fin dalla prima stagione, pure molto piacevole, avevo pensato che forse c'era stato una sorta di passaggio del testimone nell'amarcord familiare degli "ancora viventi"con la serie "Raccontami" che alla fine della seconda stagione si fermava proprio alle soglie del'67.
La prima stagione di QNA ricomincia proprio da lì, in un'altra città; da Roma si passa a Torino che pure si era vista in "Raccontami" per alcune vicende che riguardavano la giovane Ferrucci, Titti che si intuisce appassionata di questioni sociali e futura barricadera. Non siamo mai arrivati a sapere cosa sarebbe stato di lei e degli altri Ferrucci. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore; ci siamo subito sentiti coinvolti dal romanzesco amore tra il signor Costa e la signorina Ferraris, ammaliati da quelle case di ringhiera senza il garrire delle rondini ma con l'immancabile portiere impiccione.
Anche qui fanciulle in fiore crescono, la classe operaia si emancipa, progetti da sogno all'insegna della speranza.
Abbandonate le minigonne, le donne di QNA 70 indossano stivali scamosciati e cappelli a tesa larga ma sì, sembrano tutte più nervose. Ora lavorano, hanno i loro soldi ma le responsabilità familiari di sempre. Ecco, quella delle nostre madri è stata la prima generazione a doversi sobbarcare tutto: lavoro e famiglia. Erano così orgogliose dell'avere una professione fuori casa che non si accorgevano di quanto poi ci sarebbe costato essere così "multi tasking"in nervi fragili e conflitti in famiglia.
Il punto è che la TV cerca di recuperare un pubblico nuovo e vecchio al tempo stesso, rivuole i bambini che guardavano "Tante scuse" con Sandra e Raimondo o la Goggi al sabato sera.
La TV richiama con il canto delle sirene i quaranta/cinquantenni, quelli che si rivedono nei bambini di QNA 70; quelli che vorrebbero tanto dire a quell'adolescente tanto amante dello studio che: "Sarai tanto brava e volenterosa ma fra 30 anni ti ritroverai scavalcata dal solito figlio di papà" e al ragazzo disorientato e confuso: "Stai attento, il giorno che qualcuno ti chiederà di provare una cosa buonissima, da sballo. Di' di no".
Questa serie non ci fa sognare, ci fa rivedere come eravamo, i bravi bambini che siamo stati, quelli che con tanta immaginazione avrebbero assisitito alla nascita di un mondo davvero nuovo, l'ultima generazione di giovani che abbia pensato al futuro, ancora per un po'.

mercoledì 22 ottobre 2014

Terribilmente chic


Si avvicina la notte di Halloween, inutile fare gli schizzinosi, ormai Jack O'Lantern è arrivato in Italia da un pezzo. Tanto vale farsene una ragione. Così tra una festa e un cocktail rosso sangue, mentre prepariamo i crisantemi da portare ai cari estinti, questa sì che è tradizione italiana, non dimentichiamo il tocco perfetto sulle unghie.Stavolta niente smalto nero, blu notte, grigio o, peggio ancora, color zucca; tutti troppo prevedibili.L'evocazione totale sarà il numero 300 di Revlon che si chiama "Bare bones" = le nude ossa.

martedì 14 ottobre 2014

Tutto relax

Ci sarà voluto tutto l'impegno possibile per trovare una camicia Fred Perry d'epoca brutta ma proprio brutta color prugna, effetto lucido rigatino ton sur ton su un pantalone grigio largo e lungo a fisarmonica sul mocassino nero. Per dirla tutta, l'addetto alle vendite di un negozio che qui chiamerò "Pelle e palloni" o "Pezze e pezzotte" sembrava uno preso a caso nel pubblico dell'ultimo Drive-in.
Non da meno i suoi colleghi tutti maschi tranne un'addetta che secondo me si chiama Concettina o Rosalia ma tutti la conoscono come Carmen.
Carmen ha lunghi e crespi capelli neri tinti di un biondo polenta che non vedevo dai tempi dell'acqua ossigenata, una minigonna di pelle nera e polacchine effetto crochet su una gamba nuda con l'abbronzatura che sta lì lì per svanire virando all'olivastro giallognolo.
Entriamo un sabato pomeriggio, su invito ricevuto via posta, nel punto vendita incastonato tra la filiale di una banca piccola piccola e un sexy-shop.
Le luci sono soffuse e i mobili in mostra messi alla rinfusa. Di fianco a ogni divano, poggiata a terra una bottiglia di Coca Cola; mi preoccupo immaginando chissà quali pratiche sadomaso.
Scopriamo che il gentile omaggio a nuovi visitatori è un cacciavite multifunzione made in China, i mobili però, quelli sono tutti Made in Italy dice l'uomo con la camicia dal colore quaresimale. Scopriamo a cosa servono le bibite scure aperte e svaporate: sono il punto focale della dimostrazione della qualità dei pellami.
L'addetto spalma la CocaCola sul divano in pelle bianco avorio et voilà, con una pezza asciuga tutto.
Con qualche migliaio di euro hai un divano CocaCola repellente, acido refrattario a casa tua e ha anche il meccanismo per sollevarti le gambe, tutto ergonomico.
Gli altri addetti alla vendita ronzano a mezza bocca nel negozio all'insegna della penombra e Carmen si butta su un pezzo o l'altro purché non sia in pendant con la sua carnagione.
Una famigliola stordita dall'odore di pelle e cellophane ascolta un altro addetto alle vendite, il papà sdraiato sul letto a doghe meccaniche ha assunto la posizione di un'onda pesante.
Usciamo ringraziando, ci salutano con poco entusiasmo. Nella periferia della cittadina di provincia, forse in un outlet qualcosa color prugna lo trovo.