Io Bologna la conosco bene.
Ci ho studiato e vissuto per circa 11 anni.
Ho trascorso lì tutti gli anni '90 e da lì ho salutato l'arrivo del nuovo millennio, il che equivale a dire che ho messo piede nell'ateneo bolognese ("felsineo"come direbbero i dotti) contemporaneamente alla "pantera".
Quindi non potrete pensare che io non conosca la disobbedienza alle istituzioni.
I centri sociali di allora erano Livello 57, l'Isola del Kantiere, solo in seconda battuta il Link. E poi tanti altri posti sparsi tra città e periferia che non avevano un nome o che non ricordo.
A quel tempo la street art in Italia era considerata molto "street" e poco "art".
Il massimo che si poteva vedere in giro a Bologna era qualche tentativo da parte di writers piuttosto maldestri, le pareti della sede del DAMS in Via Guerrazzi, la Ivan Ilich e le ochette di Pea Brain che chi ha la mia età ricorderà bene.
Ho fatto e ho visto a Bologna tutto quello che c'era da fare e da vedere e qui mi fermo.
Dopo questa breve nota biografica credo di essermi presentata a voi, lettori, con un minimo di "autorevolezza" riguardo l'argomento del giorno: l'azione di Blu contro i suoi stessi murales. Per chi è troppo pigro per aprire il link alla notizia dirò brevemente che l'artista Blu, dopo aver realizzato molte bellissime opere di street art a Bologna ha deciso in questi giorni di cancellarle lui stesso con una mano di grigio come forma di protesta verso le istituzioni cittadine che intendono appropriarsi di quelle e altre opere al fine di allestire un museo.
I punti fondamentali della questione, nella mia modesta opinione, sono questi:
1- Un'azione artistica è un gesto performativo ben preciso, codificato nelle modalità e nella storia dell'arte. Blu compie un'azione in quanto artista e ciò che fa è normale nel contesto dell'arte contemporanea e ormai storicizzato.
Chi sa qualcosa di questo argomento sa anche che, negli anni '70 specialmente, le azioni erano all'ordine del giorno e anche ben più radicali.
2 - Gli anni '70, questa è la radice da cui parte il tronco della contestazione e gli infiniti rami delle sue forme da allora a oggi, tra cui l'arte.
Quello che è stato possibile fare a Bologna dal '77 in poi non è stato possibile in nessun'altra città universitaria italiana, nel bene e nel male.
Ci fu violenza ma anche creatività e antagonismo reale nei confronti di Università, Municipalità, Partiti, Sindacati.
Il dialogo, spesso diventato duello con il comune di Bologna, prese la forma di trattativa quando negli anni '90 gli ex-ragazzi del '77 iniziarono a entrare, proprio loro, nelle istituzioni. In fondo in Italia tutti "teniamo famiglia" e bisogna trovarsi un posto per campare. E poi a Bologna il socialismo democratico, quello vero...
Dalla seconda metà degli anni '90 molti centri sociali si trasformarono in "Associazioni" e "Circoli" svolgendo un vero e proprio servizio culturale per la città
con la possibilità di stipulare contratti ed essere, a questo punto, anche loro parte delle istituzioni.
Ora dunque mi chiedo "Contro chi?". Contro chi Blu sta compiendo la sua azione? Magari negli uffici stampa del Comune di Bologna o tra i suoi dirigenti e amministratori c'è pure qualcuno che un tempo gridava "l'immaginazione al potere!"
Certo, sarà un peccato non vedere più quelle belle opere a Bologna ma il tempo passerà, altri artisti arriveranno e quando Blu stesso sarà un autorevole grande vecchio dell'arte si ritireranno fuori le immagini di quell'azione e si allestirà una mostra antologica.
Cari reporter della domenica (letteralmente perché oggi è domenica) trovate un supporto affidabile cui consegnare il frutto dei vostri sforzi perché fra 30 anni potrebbero chiedervi di contribuire alla grande mostra su Blu a Bologna, Milano o Roma.
In fondo lo hanno fatto anche con "gli anni '70".
immagine trovata su:
https://unartemaestra.wordpress.com/2014/04/12/andare-a-fondo-this-is-street-art-1/
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