Quando ho scoperto che esisteva un profumo con questo nome, ho deciso di procurarmelo a tutti i costi. “Il fiore di malachite” è una delle fiabe russe a cui sono più affezionata anche perché una sua versione ridotta e semplificata da leggere, analizzare e tradurre faceva parte del programma del mio primo anno di università, quando ancora ero principiante nella lingua russa.
La fiaba in sé contiene tutti gli elementi fondamentali caratteristici
di questo tipo di narrazione: l’eroe, la bella, la magia, la ricerca, l’acquisizione
dell’abilità, i segreti della terra. In russo il vero titolo è “Kamennyj cvetok”
ovvero semplicemente “Il fiore di pietra” e la versione fiabesca è a sua volta derivante
dalla tradizione di una leggenda degli Urali. In breve: Danilo è un artigiano che ha imparato
il mestiere dal nonno e i suoi lavori di intaglio della pietra suscitano l’ammirazione
di tutti, compresa quella della sua fidanzata Katja.
Danilo però è perennemente
alla ricerca della perfezione, così il giovane maestro decide di rubare i
segreti della materia all’origine e va alle grandi montagne dove, invocando la Signora
della montagna di rame, riesce a entrare nel regno del sottosuolo.
La Signora gli chiede di realizzare per lei un fiore fatto con la
pietra delle sue montagne – la malachite appunto – che sia così bello e delicato
da sembrare vero. Solo se porterà a compimento questo incarico, lei gli rivelerà
tutti i segreti delle pietre e delle rocce. La Signora spera che tenendolo occupato con nuove sfide, potrà fargli dimenticare il mondo degli umani in modo da poterlo
tenere con sé per sempre. Dopo varie peripezie, la Signora della montagna,
colpita dalle parole di Katja arrivata da lei alla ricerca di Danilo, lascerà i giovani liberi di
amarsi e donerà loro i segreti delle pietre.
Nessun commento:
Posta un commento
Commentate con stile, please.