avrei desiderato farne un piccolo volume e mentre il mondo dell'editoria pensa il mondo cala.
Lo posto qui uno di quei racconti, col cuore in mano.
Il
garage nuovo
Vincenzo
e Berenice sono sposati da cinquant'anni, insieme hanno superato
tutto e si sono costruiti la loro casa, la loro pace.
Lui il braccio e lei la mente, tutta la vita lavoro e risparmio, cento mestieri un solo amore. L'unica cosa che non sono riusciti a fare sono stati i figli “Il Signore avrà voluto così” dice sempre Berenice, in fondo ci sono i nipoti, gli amici, i vicini di casa, il cane, i gatti.
Insieme hanno fabbricato e ricostruito mattone su mattone una casetta a due piani comoda e piena di posti dove riporre e conservare le cose, quelle vecchie e quelle nuove.
Qualche soldo da parte ce l'hanno ancora e lei pensa che si possa fare di più ma Vincenzo è restio a imbarcarsi in una nuova avventura mentre Berenice è convinta al cento per cento: bisogna fare il garage nuovo.
Lui il braccio e lei la mente, tutta la vita lavoro e risparmio, cento mestieri un solo amore. L'unica cosa che non sono riusciti a fare sono stati i figli “Il Signore avrà voluto così” dice sempre Berenice, in fondo ci sono i nipoti, gli amici, i vicini di casa, il cane, i gatti.
Insieme hanno fabbricato e ricostruito mattone su mattone una casetta a due piani comoda e piena di posti dove riporre e conservare le cose, quelle vecchie e quelle nuove.
Qualche soldo da parte ce l'hanno ancora e lei pensa che si possa fare di più ma Vincenzo è restio a imbarcarsi in una nuova avventura mentre Berenice è convinta al cento per cento: bisogna fare il garage nuovo.
“Ci facciamo dare i preventivi e poi ragioniamo ma lo dobbiamo fare” dice lei seduta a tavola di fronte al marito dopo che hanno finito di mangiare e la caffettiera è già pronta sul fornello.
Lei poggia i gomiti sul tavolo e tra le mani tiene un santino e una corona. Lui, i palmi aperti sulla tovaglia, ascolta con lo sguardo fisso su un fiore della stampa.
“Il garage c'è già e pure bello grande. L'ho fatto io quando abbiamo comprato la Panda, te lo ricordi?” Dice lui “ci ho messo quattro pali di quelli forti agli angoli e le travi pure sono di legno buono. Quello non casca sicuro”.
Berenice risponde con calma, sa che non bisogna offendere l'amor proprio di Vincenzo mettendo in dubbio il suo lavoro “ma quello lo so che l'hai fatto a regola d'arte, però li dentro ci fa freddo. Sono le pareti di ondulato che non vanno bene”.
“E che la macchina prende il raffreddore? Basta che sta al coperto”. Vincenzo si alza ad accendere il fuoco sotto alla caffettiera.
“Ma Guidetti mi ha detto che se ce lo fa lui di macchine ce ne possiamo mettere due, anche tre. Quando viene a trovarci qualcuno invece di lasciare la macchina in mezzo alla strada la mette qua” Berenice appoggia il rosario sul tavolo e si volta di tre quarti verso il marito “poi sono tutti materiali controllati. Senza Eternit, per carità”.
Vincenzo con la presina all'uncinetto acchiappa la caffettiera per il manico e l'appoggia sul sottopentola di legno segnato da bruciature circolari “Piglia le tazzette, va'”.
Berenice non vuole farsi distrarre ora che ha preso il ritmo giusto nel discorso “mo' le vado a prendere però tu devi pensare che col garage nuovo lo spazio qua davanti è più pulito, più in ordine. Anche la proprietà prende più valore”.
Poi si alza e va verso la credenza lasciando che lui pensi in silenzio.
Torna con un piccolo vassoio bianco sul quale sono poggiate delle tazzine con la scritta di una torrefazione abruzzese, sono ancora quelle del bar della sua famiglia, un'attività che adesso conducono i fratelli di Berenice ma lei, per ricordo si è tenuta un po' di cose dei tempi in cui era ragazza, in pratica anche quelle candide tazzine hanno più di cinquant'anni ma sono state usate poco.
Oggi però è un'occasione speciale e quindi vuole usare le “mokador” [...] come la parola che c'è scritta.
Vincenzo versa il caffè mentre lei prende la zuccheriera silver plated, una bomboniera del matrimonio della nipote Adelina, vent'anni fa.
“Io non capisco come mai ti è venuta tutta 'sta voglia di spendere altri soldi. Che ci facciamo con un garage nuovo? Quello che c'è ci basta e avanza, pe' 'na Panda”.
Girano lo zucchero nel caffè e fanno entrambi il primo sorso, di solito ce ne vengono fuori tre, poi Berenice riprende in mano il santino del Sacro cuore di Gesù “per tenerci solo la Panda va bene così com'è ma per il resto no”.
Con entrambi i pollici accarezza il santino “io pensavo a farci una comodità se per caso ritorna”.
Vincenzo poggia la tazzina sul vassoio dopo aver fatto il secondo sorso, forse ha capito ma vuole sentire cosa dice la moglie che continua “quando c'è stato l'altra volta stavamo stretti e poi ci faceva freddo, ti ricordi?”
Vincenzo fa sì con la testa.
“Assunta e Teresa si sono portate le sdraio, io stavo sulla sedia che le gambe ancora mi fanno male e tu ti sei messo addosso tre coperte, tre” Berenice fa il segno del tre con la mano che ha lasciato libero il santino “almeno ci facciamo un bello spazio, con un tetto vero e le porte, se dobbiamo dormire lì una settimana ci possiamo pure stare e la macchina la metti da una parte così non dà impiccio”.
“Ci siamo presi uno spavento grosso l'altra volta ma la casa sta a posto però”.
“E vabbè ma io dentro casa non ci dormo tranquilla; se ci facciamo un garage di quelli moderni invece ci possiamo sistemare meglio noi e pure chi vuole venire a farci compagnia”.
Finiscono il caffè e Berenice si alza per sparecchiare, “Come vuoi tu” il marito la prende per mano “chiama Guidetti e digli di venire, non ci servono altri preventivi. Io domttina vado alla posta e prendo un po' di soldi per l'anticipo. Basta che stai contenta”.
Berenice si china e gli dà un bacio sulla fronte.
bellissimo :)
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